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Piano triennale dell'offerta formativa

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CHE COS’E’ IL PTOF

Il Piano triennale dell’Offerta Formativa (P.T.O.F.) è il “Documento fondamentale costituivo dell’identità culturale e progettuale delle Istituzioni Scolastiche” ed esplicita la progettazione curricolare, educativa e organizzativa che le singole scuole adottano nell’ambito della loro autonomia, coerentemente con le direttive ministeriali e tenendo conto del contesto storico, geografico, sociale, economico e culturale del territorio e delle esigenze formative dell’utenza. Costituisce una direttiva per l’intera comunità scolastica, delinea l’uso delle risorse di Istituto e la pianificazione delle attività curricolari, extracurricolari, di sostegno, recupero. Orientamento e formazione integrata.

Il P.T.O.F. ha come riferimento normativo la LEGGE N° 107/2015, in cui è sottolineato il ruolo preminente del Dirigente Scolastico che, unitamente al Collegio Docenti, definisce le attività della scuola e opera scelte di gestione e amministrazione.

La dimensione triennale del P.T.O.F. rende necessario mantenere due piani di lavoro tra loro intrecciati:

  1. Uno destinato all’offerta formativa a breve termine e comunicare alle famiglie e agli alunni lo status della scuola, i servizi attivi, le linee pedagogiche che si è scelto di adottare.
  2. L’altro è orientato a disegnare lo scenario futuro, l’identità della scuola auspicata al termine del triennio di riferimento e i processi di miglioramento continuo che si intendono realizzare.

Il P.T.O.F. è uno strumento di pianificazione e si propone obiettivi su base pluriennale,  che trovano progressiva realizzazione nelle progettazioni annuali, mantenendo la sua caratteristica di flessibilità: è uno strumento “aperto”, pertanto nel corso del triennio saranno possibili integrazioni e modifiche annuali, da assumere con la stessa procedura che la LEGGE 107/2015 prevede per l’adozione e l’approvazione del documento generale in base:

  • Agli esiti dell’autovalutazione.
  • Ai profondi cambiamenti che interessano la scuola.
  • Ai nuovi bisogni che emergono dall’utenza.
  • Ai nuovi bisogni che emergono dal territorio in cui la scuola svolge la sua funzione educativa e formativa.

Ad eventuali nuove proposte.

La scuola dell’Infanzia Paritaria L’Aquilone promuove le finalità dettate dalla Legge 107 del 2015. Queste si possono schematizzare:

COMPETENZE CHIAVE

La nostra Scuola si attiene ai dettami che ci vengono dalla Comunità Europea, come tutte le Scuole del territorio nazionale.

Quadro delle competenze-chiave per l’apprendimento permanente (definite dal Parlamento europeo e dal Consiglio dell’Unione Europea Raccomandazione del 18 dicembre 2006):

  • Comunicazione nella madrelingua
  • Comunicazione nelle lingue straniere
  • Competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia
  • Competenza digitale
  • Imparare a Imparare
  • Competenze sociali e civiche
  • Spirito di iniziativa e imprenditorialità
  • Consapevolezza ed espressione culturale

 

Le attività vengono organizzate secondo ambiti del fare e dell’agire e riguardano le varie aree intellettive, come bene ci indica Howard Gardner, e che si evolveranno nelle materie nella scuola di grado superiore.

3.1 RAFFORZARE L’IDENTITA’ PERSONALE

Favorire atteggiamenti di:

  • Sicurezza;
  • Stima di sé
  • Fiducia nelle proprie capacità
  • Motivazione al passaggio dalla curiosità alla ricerca
  • Equilibrio degli stati affettivi
  • Espressione e controllo di sentimenti ed emozioni
  • Sensibilità verso gli altri
  • Riconoscimento dell’identità degli altri

(sesso, cultura, valori, tradizioni…)

3.2 CONQUISTARE L’AUTONOMIA

  • Aiutare il bambino a orientarsi in maniera personale
  • Favorire scelte, anche innovative
  • Rendere disponibili all’interazione costruttiva con il diverso e l’inedito(come singoli o gruppo)
  • Aprire alla scoperta, all’interazione e al rispetto pratico dei valori della libertà, della cura di sé, degli altri e dell’ambiente, della solidarietà, della giustizia, dell’impegno.

3.3 SVILUPPARE COMPETENZE

  • Consolidare le capacità sensoriali, percettive, motorie, sociali, linguistiche e intellettive
  • Avviare le prime forme di lettura delle esperienze personali, di esplorazione e scoperta intenzionale ed organizzata della realtà di vita
  • Predisporre alla produzione di messaggi, testi e situazioni attraverso una molteplicità ordinata ed efficace di strumenti linguistici e di modalità rappresentative
  • Mettere nelle condizioni di comprendere, interpretare, rielaborare e comunicare conoscenze ed abilità relative a specifici campi di esperienza
  • Indirizzare ad apprezzare la coerenza cognitiva e di comportamenti pratici

L’insegnamento – apprendimento dell’Educazione Civica contribuisce a formare cittadini responsabili e attivi, a promuovere la partecipazione piena e consapevole alla vita civica, culturale e sociale della comunità, nel rispetto delle regole, dei diritti e dei doveri. Concorre a sviluppare nelle istituzioni scolastiche la conoscenza della Costituzione Italiana e delle istituzioni dell’Unione Europea e per sostanziare, in particolare, la promozione e la condivisione di principi di legalità, cittadinanza attiva e digitale, sostenibilità ambientale, diritto alla salute e al benessere della persona.

La scuola dell’infanzia è la scuola dell’attenzione e dell’intenzione, del curricolo implicito- che si manifesta nell’organizzazione degli spazi e dei tempi della giornata educativa- e di quello esplicito che si articola nei campi di esperienza. Questi mettono al centro dell’apprendimento l’operare del bambino, la sua corporeità, le sue azioni, i suoi linguaggi. Nella scuola dell’infanzia non si tratta di organizzare e “insegnare” precocemente contenuti di conoscenza o linguaggi/abilità, perché i campi di esperienza vanno piuttosto visti come contesti culturali e pratici che “amplificano” l’esperienza dei bambini grazie al loro incontro con immagini, parole, sottolineature e “rilanci” promossi dall’intervento dell’insegnante. I bambini e le bambine in questo primo contesto scolastico sperimentano attività col gruppo dei pari, si confrontano con regole da rispettare e vivono nella quotidianità esperienze di partecipazione attiva, che costituiscono il primo passo verso quello che diventerà il loro futuro di cittadini attivi, consapevoli e responsabili. L’esperienza scolastica deve essere occasione per iniziare a vivere pienamente in una società pluralistica e tra le finalità fondamentali della Scuola dell’Infanzia, oltre a “Identità”, “Autonomia”, “Competenze” viene indicata anche la “Cittadinanza”.

Vivere le prime esperienze di cittadinanza significa scoprire l’altro da sé e attribuire progressiva importanza agli altri e ai loro bisogni; rendersi sempre meglio conto della necessità di stabilire regole condivise; implica il primo esercizio del dialogo che è fondato sulla reciprocità dell’ascolto, l’attenzione al punto di vista dell’altro e alle diversità di genere, il primo riconoscimento di diritti e doveri uguali per tutti; significa porre le fondamenta di un comportamento eticamente orientato, rispettoso degli altri, dell’ambiente e della natura. La costruzione di una cittadinanza globale rientra anche negli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile: “un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità” sottoscritto nel Settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU caratterizzata da 17 Obiettivi per lo Sviluppo.

La scuola è direttamente coinvolta con l’obiettivo n.4: “Fornire un’educazione  di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti”.

Nel documento si sottolinea che l’istruzione può, comunque, fare molto per tutti gli obiettivi enunciati nell’Agenda, “fornendo competenze culturali, metodologiche, sociali per la costruzione di    una consapevole cittadinanza globale e per dotare i giovani cittadini di strumenti per agire nella società del futuro in modo da migliorare gli assetti”.

Tutti i campi di esperienza individuati dalle Indicazioni Nazionali per il curricolo possono concorrere, unitamente e distintamente, al graduale sviluppo della consapevolezza dell’identità personale, della percezione di quelle altrui, delle affinità e differenze che contraddistinguono tutte le persone della progressiva maturazione del rispetto di sé e degli altri, della salute, del benessere, della prima conoscenza dei fenomeni culturali. I bambini e le bambine, attraverso la mediazione del gioco, delle attività educative e didattiche e delle attività di routine, potranno essere guidati ad esplorare l’ambiente naturale in cui vivono e quello umano e a maturare atteggiamenti di curiosità, interesse, rispetto per tutte le forme di vita e per i beni comuni.

Nelle scuole dell’infanzia è possibile avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica. L’insegnamento della religione cattolica discende dal Concordato fra lo stato italiano e la Chiesa cattolica (legge n. 121/1985), secondo il quale si prevede che in tutte le scuole pubbliche italiane siano riservate lezioni settimanali facoltative. La facoltà di avvalersi o non avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica viene esercitata dai genitori al momento dell’iscrizione e può essere modificata successivamente.

L’ORGANIZZAZIONE DELLO SPAZIO NELLA SCUOLA

L’organizzazione degli spazi diventa elemento di qualità pedagogica dell’ambiente educativo, quindi deve essere oggetto di progettazione e verifica. Gli spazi dovranno essere accoglienti e ben organizzati, governati da regole chiare che tutelano la sicurezza degli alunni e danno punti di riferimento; belli perché non impersonali, da rispettare e conservare con ordine: invitanti per fare esperienze di apprendimento.

L’organizzazione degli spazi educativi, in quanto elemento che interagisce dinamicamente con la qualità dei processi e delle relazioni, è oggetto di verifiche periodiche sia in riferimento alla sua coerenza con l’intenzionalità espressa in sede progettuale, sia in relazione all’utilizzo che ne fanno i bambini e ai significati che a essa attribuiscono dell’ambiente.

Uno spazio organizzato e pensato promuove l’autonomia, favorisce l’apprendimento e le relazioni.

Nella nostra scuola, l’ambiente assume un ruolo importante in quanto viene considerato un fattore diretto e variabile del rapporto educativo.

L’ ambiente viene inteso, quindi, come veicolo di trasmissione di messaggi e di valori, come spazio per l’esperienza ma soprattutto come strumento di interazione. Presenti nella nostra scuola sono:

L’angolo del gioco strutturato con puzzle, sequenze logiche, materiale atto a molteplici possibilità per l’esercizio delle funzioni logico-percettive-sensoriali.

L’angolo del gioco non strutturato con lego, mattoni, macchinine, trenini,barchette, pupazzi, giochi di cucina ecc…, che consentono ai bambini un’ampia gamma di esperienze di apprendimento e molteplici opportunità per lo sviluppo delle capacità motorie e creative.

Il tempo nella scuola è un’opportunità per l’apprendimento: permette momenti di proposta da parte dei docenti e i tempi “lunghi” di rielaborazione da parte dell’alunno.

Il tempo, nella sua scansione annuale- settimanale- giornaliera è la prima risposta alla domanda di educazione ed è cadenzata da routine e da attività di vario tipo.

Il calendario scolastico mette in evidenza “la volontà di rafforzare l’autonomia scolastica nel rapporto con il proprio territorio di riferimento”.

La scuola dispone inoltre, di un calendario scolastico temporale, al fine di comunicare alle docenti- con vincolo di impegno- il numero delle ore da destinare alle attività extracurricolari.

Per quanto riguarda le attività connesse si intendono tutte le attività:

  • Sia individuali (preparazione delle attività didattiche e ludiche, rapporti individuali con le famiglie).
  • Sia a carattere collegiale, di programmazione, progettazione, documentazione, valutazione, ricerca, aggiornamento e formazione.

ACCOGLIENZA DALLE ORE 8:00 ALLE ORE 9:00

I bambini vengono accolti dalle insegnanti nelle sezioni dove vengono svolte attività come il gioco libero, bans, giochi strutturati e canti. E’ prevista anche l’entrata anticipata delle 7:30 per chi lo richiede.

 

ATTIVITA’ DI ROUTINE DALLE 9:00 ALLE 10:OO

I bambini con le loro insegnanti di sezione svolgono attività come il calendario, la conversazione, l’appello, la preghiera e la merenda.

ATTIVITA’ PER GRUPPI DI ETA’ OMOGENEI DALLE ORE 10:00 ALLE ORE 11:30

I bambini divisi in gruppi omogenei (per età) affrontano attività specifiche che variano dall’attività motoria, dalla rappresentazione grafica, alla manipolazione ecc….

PREPARAZIONE PER IL PRANZO E PRANZO DALLE ORE 11:00 ALLE ORE 12:30

I bambini si preparano per il pranzo rispettando le dovute norme igieniche, prendendo la propria bavetta e la propria borraccia e dopo si recano nel refettorio dove mangiano con le loro insegnanti.

USCITA INTERMEDIA ALLE ORE 13:00

Chi lo desidera può ritirare il proprio bambino a metà giornata.

GIOCO LIBERO DALLE ORE 13:00 ALLE ORE 14:00

In questa ora i bambini giocano liberamente e se il tempo lo permette vengono portati in cortile dotato di giostrine.

RIPOSO PER I BAMBINI DI TRE ANNI DALLE ORE 13:00 ALLE ORE 15:00

ATTIVITA’ STRUTTURATA DALLE ORE 14:00 ALLE ORE 15:30 PER I BAMBINI DI 4 E 5 ANNI

I bambini più di 4 e 5 anni svolgono diverse attività: logica- matematica, prescrittura, concetti topologici, ecc….

ALLE ORE 15:10 MERENDA

USCITE ALLE ORE 15:45

I genitori vengono a prendere i loro bambini. E’ prevista l’uscita posticipata alle ore 17:00 per le famiglie che lo richiedono.

Le finalità generali della Scuola dell’Infanzia, si declinano in maniera più particolareggiata in obbiettivi specifici, articolati in cinque aree come indicato dalle Nuove Indicazioni Nazionali per il Curricolo della Scuola dell’infanzia e del Primo Ciclo d’Istruzione (2012).

Nella scuola dell’Infanzia i traguardi per lo sviluppo della competenza suggeriscono all’insegnante orientamenti, attenzioni e responsabilità nel creare piste di lavoro per organizzare attività ed esperienze volte a promuovere la competenza, che a questa età va intesa in modo globale e unitario.

L’organizzazione del curricolo per “Campi d’Esperienza” consente di mettere al centro del progetto educativo le azioni, la corporeità, la percezione, gli occhi, le mani dei bambini.

Un fare e un agire, sia individuale sia di gruppo, che permettono percorsi di esperienze da utilizzare per compiere operazioni fondamentali quali: classificare, discriminare, descrivere, argomentare, interpretare l’ambiente in cui è in rapporto.

 I cinque “Campi d’Esperienza” sono:

  • Un legame tra l’esperienza vissuta prima dell’ingresso nella scuola dell’infanzia e quella successiva nella scuola di base;
  • Un’opportunità di riflessione e di dialogo attraverso i quali i bambini vengono progressivamente introdotti nei sistemi simbolici culturali.

Vediamo in che modo vengono descritti i vari Campi d’esperienza.

  • Il sé e l’altro

I bambini formulano tanti perché sulle questioni concrete, sugli eventi della vita quotidiana, sulle trasformazioni personali e sociali spesso a partire dalla dimensione quotidiana della vita scolastica. I molti perché rappresentano la loro spinta a capire il significato della vita che li circonda e il valore morale delle loro azioni. Nella scuola hanno molte occasioni per prendere coscienza della propria identità, per scoprire le diversità culturali religiose ed etniche, per apprendere le prime regole del vivere sociale per riflettere sul senso e le conseguenze delle loro azioni. Negli anni della scuola dell’infanzia il bambino osserva la natura e i viventi nel loro nascere, evolversi e distinguersi. Osserva l’ambiente che lo circonda e coglie le diverse relazioni tra le persone; ascolta le narrazioni degli adulti, le espressioni delle loro opinioni e delle loro spiritualità e fede; è testimone degli eventi e ne vede la rappresentazione attraverso i media. Si chiede dov’era prima di nascere e se e dove finirà la sua esistenza. Pone domande sull’esistenza di Dio, la vita e la morte, la gioia e il dolore. Le domande dei bambini richiedono un atteggiamento di ascolto costruttivo da parte degli adulti, di rasserenamento, comprensione ed esplicitazione delle diverse posizioni. A questa età, dunque, si definisce e si articola progressivamente l’identità di ciascun bambino e di ciascuna bambina come consapevolezza del proprio corpo, della propria personalità, del proprio stare con gli altri e esplorare il mondo. Sono gli anni della scoperta degli adulti come fonte di protezione e contenimento, degli altri bambini come compagni di giochi e come limite alla propria volontà. Sono gli anni in cui si avvia la reciprocità nel parlare e nell’ascoltare in cui si impara discutendo. Questo campo rappresenta l’ambito elettivo in cui i temi dei diritti e dei doveri, del funzionamento della vita sociale, della cittadinanza e delle istituzioni trovano una prima «palestra» per essere guardati e affrontati concretamente.

Traguardi per lo sviluppo delle competenze relativa al “ Il sé e l’altro”

  • Il bambino gioca in modo costruttivo e creativo con gli altri, sa argomentare, confrontarsi, sostenere le proprie ragioni con adulti e bambini.
  • Sviluppa il senso dell’identità personale, percepisce le proprie esigenze e i propri sentimenti, sa esprimerli in modo sempre più adeguato.
  • Sa di avere una storia personale e familiare, conosce le tradizioni della famiglia, della comunità e le mette a confronto con altre.
  • Riflette, si confronta, discute con gli adulti e con gli altri bambini e comincia a riconoscere la reciprocità di attenzione tra chi parla e chi ascolta.
  • Pone domande sui temi esistenziali e religiosi, sulle diversità culturali, su ciò che è bene o male, sulla giustizia, e ha raggiunto una prima consapevolezza dei propri diritti e doveri, delle regole del vivere insieme.
  • Si orienta nelle prime generalizzazioni di passato, presente, futuro e si muove con crescente sicurezza e autonomia negli spazi che gli sono familiari, modulando progressivamente voce e movimento anche in rapporto con gli altri e con le regole condivise.
  • Riconosce i più importanti segni della sua cultura e del territorio, le istituzioni, i servizi pubblici, il funzionamento delle piccole comunità e della città.
  • Il corpo e il movimento

I bambini prendono coscienza del proprio corpo, utilizzandolo fin dalla nascita come strumento di conoscenza di sé nel mondo. Muoversi è il primo fattore di apprendimento: cercare, scoprire, giocare, saltare, correre a scuola è fonte di benessere e di equilibrio psico-fisico. L’azione del corpo fa vivere emozioni e sensazioni piacevoli, di rilassamento e di tensione, ma anche la soddisfazione del controllo dei gesti, nel coordinamento con gli altri; consente di sperimentare potenzialità e limiti della propria fisicità, sviluppando nel contempo la consapevolezza dei rischi di movimenti incontrollati. I bambini giocano con il loro corpo, comunicano, si esprimono con la mimica, si travestono, si mettono alla prova, anche in questi modi percepiscono la completezza del proprio sé, consolidando autonomia e sicurezza emotiva.

Il corpo ha potenzialità espressive e comunicative che si realizzano in un linguaggio caratterizzato da una propria struttura e da regole che il bambino impara a conoscere attraverso specifici percorsi di apprendimento: le esperienze motorie consentono di integrare i diversi linguaggi, di alternare la parola e i gesti, di produrre e fruire musica, di  accompagnare narrazioni, di favorire la costruzione dell’immagine di sé e l’elaborazione dello schema corporeo. La scuola dell’infanzia mira altresì a sviluppare la capacità di esprimersi e di comunicare attraverso il corpo per giungere ad affinarne le capacità percettive e di conoscenza degli oggetti, la capacità di orientarsi nello spazio, di muoversi e di comunicare secondo immaginazione e creatività.

Traguardi per lo sviluppo delle competenze relative a “il corpo e il movimento”

  • Il bambino vive pienamente la propria corporeità, ne percepisce il potenziale comunicativo ed espressivo, matura condotte che gli consentono una buona autonomia nella gestione della giornata a scuola.
  • Riconosce i segnali e i ritmi del proprio corpo, le differenze sessuali e di sviluppo e adotta pratiche corrette di cura di sé, di igiene e di sana alimentazione.
  • Prova piacere nel movimento e sperimenta schemi posturali e motori, li applica nei giochi individuali e di gruppo, anche con l’uso di piccoli attrezzi ed è in grado di adattarli alle situazioni ambientali all’interno della scuola e all’aperto.
  • Controlla l’esecuzione del gesto, valuta il rischio, interagisce con gli altri nei giochi di movimento, nella musica, nella danza, nella comunicazione espressiva.
  • Riconosce il proprio corpo, le sue diverse parti e rappresenta il corpo fermo e in movimento.

 Immagini, suoni e colori

I bambini esprimono pensieri ed emozioni con immaginazione e creatività: l’arte orienta questa propensione, educando al piacere del bello e al sentire estetico. L’esplorazione dei materiali a disposizione consente di vivere le prime esperienze artistiche, che sono in grado di stimolare la creatività e contagiare altri apprendimenti.

I linguaggi a disposizione dei bambini, come la voce, il gesto, la drammatizzazione, i suoni, la musica, la manipolazione dei materiali, le esperienze grafico-pittoriche, i mass-media, vanno scoperti ed educati perché sviluppino nei piccoli il senso del bello, la conoscenza di se stessi, degli altri e della realtà. L’incontro dei bambini con l’arte è occasione per guardare con occhi diversi il mondo che li circonda.

La musica è un’esperienza universale che si manifesta in modi e generi diversi, tutti di pari dignità, carica di emozioni e ricca di tradizioni culturali. Il bambino, interagendo con il paesaggio sonoro, sviluppa le proprie capacità cognitive e relazionali, impara a percepire, ascoltare, ricercare e discriminare i suoni all’interno di contesti di apprendimento significativi. Esplora le proprie possibilità sonoro-espressive e simbolico – rappresentative, accrescendo la fiducia nelle proprie potenzialità. L’ascolto delle produzioni sonore personali lo apre al piacere di fare musica e alla condivisione di repertori appartenenti a vari generi musicali.

La scuola può aiutarlo a familiarizzare con l’esperienza della multimedialità (la fotografia, il cinema, la televisione, il digitale), favorendo un contatto attivo con i «media» e la ricerca delle loro possibilità espressive e creative.

Traguardi per lo sviluppo delle competenze relative a “Immagini” , “suoni e colori”

  • Il bambino comunica, esprime emozioni, racconta, utilizzando le varie possibilità che il linguaggio del corpo consente.
  • Inventa storie e sa esprimerle attraverso la drammatizzazione, il disegno, la pittura e altre attività manipolative; utilizza materiali e strumenti, tecniche espressive e creative; esplora le potenzialità offerte dalle tecnologie.
  • Segue con curiosità e piacere spettacoli di vario tipo (teatrali, musicali, visivi, di animazione); sviluppa interesse per l’ascolto della musica e per la fruizione di opere d’arte.
  • Scopre il paesaggio sonoro attraverso attività di percezione e produzione musicale utilizzando voce, corpo e oggetti.
  • Sperimenta e combina elementi musicali di base, producendo semplici sequenze sonoro-musicali.
  • Esplora i primi alfabeti musicali, utilizzando anche i simboli di una notazione informale per codificare i suoni percepiti e riprodurli.
  • I discorsi e le parole

La lingua, in tutte le sue funzioni e forme, è uno strumento essenziale per comunicare e conoscere, per rendere più complesso e meglio definito, il proprio pensiero, anche grazie al confronto con gli altri e con l’esperienza concreta e l’osservazione. È il mezzo per esprimersi in modi personali, creativi e sempre più articolati. La lingua materna è parte dell’identità di ogni bambino, ma la conoscenza di altre lingue apre all’incontro con nuovi mondi e culture. I bambini si presentano alla scuola dell’infanzia con un patrimonio linguistico significativo, ma con competenze differenziate, che vanno attentamente osservate e valorizzate. In un ambiente linguistico curato e stimolante i bambini sviluppano nuove capacità quando interagiscono tra di loro, chiedono spiegazioni, confrontano punti di vista, progettano giochi e attività, elaborano e condividono conoscenze. I bambini imparano ad ascoltare storie e racconti, dialogano con adulti e compagni, giocano con la lingua che usano, provano il piacere di comunicare, si cimentano con l’esplorazione della lingua scritta. La scuola dell’infanzia ha la responsabilità di promuovere in tutti i bambini la padronanza della lingua italiana, rispettando l’uso della lingua di origine. La vita di sezione offre la possibilità di sperimentare una varietà di situazioni comunicative ricche di senso, in cui ogni bambino diventa capace di usare la lingua nei suoi diversi aspetti, acquista fiducia nelle proprie capacità espressive, comunica, descrive, racconta, immagina. Appropriati percorsi didattici sono finalizzati all’estensione del lessico, alla corretta pronuncia di suoni, parole e frasi, alla pratica delle diverse modalità di interazione verbale (ascoltare, prendere la parola, dialogare, spiegare), contribuendo allo sviluppo di un pensiero logico e creativo.

            L’incontro e la lettura di libri illustrati, l’analisi dei messaggi presenti nell’ambiente incoraggiano il progressivo avvicinarsi dei bambini alla lingua scritta, e motivano un rapporto positivo con la lettura e la scrittura. I bambini vivono spesso in ambienti plurilingui e, se opportunamente guidati, possono familiarizzare con una seconda lingua, in situazioni naturali, di dialogo, di vita quotidiana, diventando progressivamente consapevoli di suoni, tonalità, significati diversi.

Traguardi per lo sviluppo delle competenze  “ i discorsi e le parole”

  • Il bambino usa la lingua italiana, arricchisce e precisa il proprio lessico, comprende parole e discorsi, fa ipotesi sui significati.
  • Sa esprimere e comunicare agli altri emozioni, sentimenti, argomentazioni attraverso il linguaggio verbale che utilizza in differenti situazioni comunicative. Sperimenta rime, filastrocche, drammatizzazioni; inventa nuove parole, cerca somiglianze e analogie tra i suoni e i significati.
  • Ascolta e comprende narrazioni, racconta e inventa storie, chiede e offre spiegazioni, usa il linguaggio per progettare attività e per definirne regole.
  • Ragiona sulla lingua, scopre la presenza di lingue diverse, riconosce e sperimenta la pluralità dei linguaggi, si misura con la creatività e la fantasia.
  • Si avvicina alla lingua scritta, esplora e sperimenta prime forme di comunicazione attraverso la scrittura, incontrando anche le tecnologie digitali e i nuovi media.
  • La conoscenza del mondo

I bambini esplorano continuamente la realtà e imparano a riflettere sulle proprie esperienze descrivendole, rappresentandole, riorganizzandole con diversi criteri. Pongono così le basi per la successiva elaborazione di concetti scientifici e matematici che verranno proposti nella scuola primaria. La curiosità e le domande sui fenomeni naturali, su se stessi e sugli organismi viventi e su storie, fiabe e giochi tradizionali con riferimenti matematici, possono cominciare a trovare risposte guardando sempre meglio i fatti del mondo, cercando di capire come e quando succedono, intervenendo per cambiarli e sperimentando gli effetti dei cambiamenti.

Esplorando oggetti, materiali e simboli, osservando la vita di piante ed animali, i bambini elaborano idee personali da confrontare con quelle dei compagni e degli insegnanti. Imparano a fare domande, a dare e a chiedere spiegazioni, a lasciarsi convincere dai punti di vista degli altri, a non scoraggiarsi se le loro idee non risultano appropriate. Possono quindi avviarsi verso un percorso di conoscenza più strutturato, in cui esploreranno le potenzialità del linguaggio per esprimersi e l’uso di simboli per rappresentare significati.

Individua le posizioni di oggetti e persone nello spazio usando termini come avanti/dietro, sopra/sotto, destra/sinistra.

Traguardi per lo sviluppo delle competenze relative a “la conoscenza del mondo”

  • Il bambino raggruppa e ordina oggetti e materiali secondo criteri diversi, ne identifica alcune proprietà, confronta e valuta quantità; utilizza simboli per registrarle; esegue misurazioni usando strumenti alla sua portata.
  • Sa collocare le azioni quotidiane nel tempo della giornata e della settimana. Riferisce correttamente eventi del passato recente; sa dire cosa potrà succedere in un futuro immediato e prossimo.
  • Osserva con attenzione il suo corpo, gli organismi viventi e i loro ambienti, i fenomeni naturali, accorgendosi dei loro cambiamenti.
  • Si interessa a macchine e strumenti tecnologici, sa scoprirne le funzioni e i possibili usi.
  • Ha familiarità sia con le strategie del contare e dell’operare con i numeri sia con quelle necessarie per eseguire le prime misurazioni di lunghezze, pesi, e altre quantità.

• Individua le posizioni di oggetti e persone nello spazio, usando termini come avanti/dietro, sopra/ sotto, destra/sinistra, ecc.; segue correttamente un percorso sulla base di indicazioni verbali.

Al termine del percorso triennale della Scuola dell’Infanzia,è ragionevole attendersi che ogni bambino abbia sviluppato e raggiunto competenze di base che strutturano la sua crescita personale:

  • Conosce e gestisce le proprie emozioni, è consapevole di desideri e paure,avverte gli stati d’animo propri e altrui,sviluppa un’intelligenza “ EMPATICA”.
  • Consolida la propria autostima, diventa progressivamente consapevole delle proprie risorse e dei propri limiti, utilizza gli errori come fonte di conoscenza.
  • Sviluppa la curiosità e la voglia di sperimentare, interagisce con le cose e le persone percependone le reazioni e i cambiamenti.
  • Condivide esperienze e giochi, usa strutture e risorse comuni, gestisce gradualmente i conflitti e le regole del comportamento nei contesti “PRIVATI” e “PUBBLICI”.
  • Sviluppa l’attitudine a porre domande, cogliere diversi punti di vista, riflettere, negoziare significati.
  • Racconta narra e descrive situazioni ed esperienze vissute ,comunica e si esprime con pluralità di linguaggi, utilizza la lingua italiana con sempre maggiore proprietà.
  • Padroneggia abilità di tipo logico, si orienta in relazione a coordinate spazio-temporali nel mondo dei simboli, delle rappresentazioni, dei media e delle tecnologie.
  • Rileva le caratteristiche principali di eventi, oggetti, situazioni,formula ipotesi, ricerca soluzioni a situazioni problematiche di vita quotidiana.
  • E’ attento alle consegne, si appassiona, porta a termine il lavoro,diventa consapevole dei progressi realizzati e li documenta.
  • Si esprime in modo personale, con creatività e partecipazione, è sensibile alla pluralità di culture, lingue ed esperienze.

Il Collegio dei Docenti elabora la Progettazione Educativa che ha lo scopo primario di proporre un modello di percorso formativo. Tenendo presenti gli elementi del contesto circostante ( modelli culturali, storie individuali, ambiente), consente al bambino il raggiungimento di traguardi di sviluppo definiti.

Il punto di partenza per qualsiasi progetto educativo e didattico è l’ Osservazione dei bambini nei primi mesi di scuola, che consente di individuare le modalità e i contenuti più adeguati al processo di apprendimento.

La scuola è un luogo educativo in cui le scelte organizzative didattiche devono sempre avere come motore il bambino come persona e i suoi diritti.

Art. 2: “[…] senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione o di altro genere […]”

(Dichiarazione universale sui diritti dell’uomo, 1948). 

E’ importante che nella scuola dell’Infanzia si respiri rispetto e valorizzazione dell’altro. Altrettanto importante è promuovere i diritti umani dei bambini anche attraverso la proposta di progetti educativi-didattici, in particolare nella nostra scuola dove è necessario considerare la diversità una ricchezza.

Art. 23: “In particolare è importante che i minori abbiano effettivamente accesso all’educazione, alla formazione, […] e possano beneficiare di questi servizi in maniera atta a concretizzare la più completa integrazione sociale e il loro sviluppo personale, anche nell’ambito culturale e spirituale”.

(Convenzione internazionale sui diritti dell’Infanzia, 1989). 

Art. 28: “Gli stati riconoscono il diritto del fanciullo all’educazione […]”

(Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia, 1989). 

LA SCUOLA E’ UN DIRITTO DEL BAMBINO.

Le scuole dell’infanzia paritarie operano percorsi didattici traendo spunto da:

  • Indicazioni Nazionali 2012
  • Legge 107/2015 “Buona Scuola”

La programmazione triennale 2023/2026 può essere aggiornata/adeguata annualmente per contenuti ed obiettivi di apprendimento e viene conservata agli atti della scuola, a disposizione di chi intenda prenderne visione. Viene condivisa con i genitori durante la prima assemblea generale di Ottobre.

Le attività didattiche si svolgono in diverse modalità:

  • Attività di sezione.
  • Attività di intersezione.

Ognuna offre diverse opportunità per il bambino di fare esperienze sia in un piccolo che in un grande gruppo, sia per età omogenee che eterogenee.

Le esperienze dei bambini all’interno della scuola sono molteplici.

Il gioco, l’esplorazione, la ricerca, la vita di relazione possono essere fonte di conquista, di conoscenza, di sviluppo e di crescita intellettiva e le attività didattiche che vengono proposte intendono:

  • Favorire un apprendimento attivo partendo dall’esperienza diretta e spontanea per arrivare gradualmente ad una conoscenza più astratta e scientifica.
  • Individualizzare gli interventi educativi considerando la diversità di ognuno fonte di ricchezza per tutti.
  • Promuovere un’effettiva integrazione degli alunni svantaggiati o portatori di handicap con progetti educativo-didattici personalizzati.
  • Favorire il benessere del bambino nel passaggio tra i diversi ordini di scuola attraverso adeguati itinerari didattici che garantiscono la continuità al percorso formativo.
  • Integrare il servizio scolastico mediante progetti di interazione con le famiglie e le agenzie educative territoriali.
  • Favorire l’inserimento degli alunni stranieri.

Le esperienze che i bambini vivono a scuola vengono realizzate secondo una metodologia che valorizza:

  • L’esperienza del gioco individuale e di gruppo.
  • L’esplorazione e la ricerca.
  • La vita di relazione.
  • La mediazione didattica.
  • L’integrazione.

Le insegnanti danno particolare importanza al gioco, perché la strutturazione ludi-forme dell’attività didattica assicura ai bambini esperienze di apprendimento in tutte le dimensioni della loro personalità.

A tal fine le proposte educative, sono presentate in maniera graduale, in un ambiente stimolante e rassicurante tale da favorire il raggiungimento degli obiettivi fissati e la socializzazione, come elemento trasversale a tutti i campi di esperienza.

Le attività partono comunque dalle conoscenze ed esperienze dei bambini e sono effettuate secondo modalità concrete e motivanti.

L’ insegnante assume un ruolo di facilitatore ed organizzatore delle attività,strutturando “ambienti di apprendimento” in cui gli studenti, favoriti da u clima relazionale positivo, trasformano ogni attività di apprendimento in un processo di “problem solving di gruppo”, conseguendo obiettivi la cui realizzazione richiede il contributo personale di tutti.

Il punto forte della programmazione sono particolari metodologie didattiche che i bambini sembrano gradire molto:

  • Circle Time (stare in cerchio per potersi raccontare ed ascoltare.
  • Brainstorming ( idee per costruire un progetto insieme).
  • Problem Solving ( insieme per risolvere problemi facendo ipotesi persnali).
  • Lavori di gruppo
  • Role-Playing ( giocare a interpretare un ruolo).
  • Didattica laboratoriale
  • Cooperative Learning (imparare a lavorare in gruppo).

La programmazione, inoltre, è flessibile e prevede momenti di attività in sezione ( gruppi eterogenei) e momenti di intersezione ( gruppi omogenei), tenendo sempre presenti le necessità dei bambini. Le attività proposte sono inserite in progetti scelti dalle docenti dopo un primo periodo di osservazione e di percezione dei bisogni dei bambini ( settembre e ottobre) e possono essere pensati per età omogenea che eterogenea, per piccoli gruppi o per l’intera sezione ma in ogni caso necessitano di una costante revisione e di flessibilità allo scopo di cogliere i bisogni di ogni bambino e dare la possibilità a chiunque di raggiungere gli obiettivi seguendo i propri tempi e le proprie capacità.

L’OSSERVAZIONE E LA VALUTAZIONE

L’osservazione continua, occasionale e sistematica consente di valutare le esigenze del bambino e di riequilibrare via via le proposte educative e i progetti in base ai ritmi di sviluppo e agli stili di apprendimento di ognuno.

La valutazione è intesa, principalmente come un supporto alla programmazione e prevede dei momenti iniziali, dei momenti intermedi e dei bilanci finali che consentono di analizzare e comprendere i percorsi dei bambini della nostra scuola.

L’ osservazione quotidiana, la documentazione, il confronto e la narrazione consentono di descrivere l’esperienza scolastica mettendo in evidenza i processi che hanno portato il bambino alla maturazione delle competenze e i traguardi raggiunti in riferimento alle finalità.

Le docenti valutano il percorso formativo/educativo dei singoli alunni in tre fasi:

  • INIZIALE: riguarda l’accertamento delle capacità in possesso del bambino al momento del suo ingresso a scuola.
  • INTERMEDIA: mirata a eventuali interventi personalizzati sul bambino e sul gruppo classe.
  • FINALE: riguarda gli esiti formativi dell’esperienza educativa.

La valutazione, resa possibile dall’osservazione attenta delle docenti con la consulenza psico-pedagogica, garantisce la corrispondenza dei processi educativi ai bisogni degli alunni.

Le osservazioni dei bambini vengono condivise periodicamente dalle docenti, in sede di riunioni.

La “scheda di valutazione del bambino” ( una scheda preordinata che comunica i traguardi raggiunti dal bambino in ordine allo sviluppo affettivo, relazionale e cognitivo) viene condivisa con le famiglie nei colloqui individuali e, con osservazioni finali, a fine maggio o giugno, alla fine dell’anno scolastico. 

LA DOCUMENTAZIONE

La documentazione costituisce uno strumento utile per la qualità dell’azione educativa, allo scopo di aiutare a non perderne memoria, a ricordare a distanza, a riconoscere il divenire del tempo, a individuare nelle tracce del passato le linee per il futuro.

La nostra documentazione rappresenta una traccia, una memoria di eventi considerati significativi, di stili educativi, di scelte effettuate con attenzione che si intende controllare.

Essa assume pieno significato quando serve a rievocare, riesaminare, ricostruire e socializzare; serve soprattutto a se stessi per ripensare a ciò che è stato fatto, ma serve anche agli altri per socializzare le esperienze.

I mezzi usati per documentare sono:

  • Fascicoli che illustrano le attività realizzate e descrivono le attività del percorso didattico.
  • La sequenza fotografica.
  • Video
  • L’archivio di progetti didattici.
  • I cartelloni esposti.
  • Ogni anno nella nostra scuola vengono scelti vari tipi di progetti educativi e annuali.

    Molto spesso sono legati a uno sfondo integratore che solitamente prende spunto da un racconto con un personaggio fantastico che ci accompagna per tutto l’anno scolastico, e che ci aiuta ad affrontare esperienze, attività, linguaggi differenti, ma al tempo stesso legati tra loro da un filo conduttore.

    Un altro progetto fondamentale della nostra scuola è quello di “Mindfulness e Yoga” che vuole favorire nei bambini il benessere psico-fisico attraverso semplici esperienze di Yoga e di meditazione.

    L’ obiettivo primario dei progetti, però,è quello di ampliare, attraverso il gioco e la creatività, le conoscenze dei nostri bambini e di aiutarli ad organizzare in modo logico i nuovi apprendimenti con quelli già posseduti così da favorire uno sviluppo maggiormente armonico delle loro competenze.

    Gli obiettivi di apprendimento dei progetti, fanno riferimento ai Campi di Esperienza delineati dalle  Nuove Indicazioni Ministeriali e prevedono lo sviluppo globale delle capacità dei bambini mediante una svariata gamma di interventi adeguati.

Le attività didattiche possono essere ampliate ed integrate da iniziative non strettamente curricolari.

Tali proposte vengono discusse dai docenti nelle assemblee di classe, e non sono semplici aggiunte al programma scolastico, ma risultano pienamente inserite nella programmazione educativa e didattica di ciascuna classe o sezione e contribuiscono a garantire in modo equilibrato lo sviluppo cognitivo, affettivo e relazionale del bambino.

La nostra scuola offre ai bambini l’opportunità di realizzare varie esperienze:

  • Uscite/visite didattiche
  • Recite a scuola
  • Feste (Accoglienza, Nonni, Santo Natale, Festa di fine anno)
  • Celebrazioni organizzate dalla parrocchia

L’ingresso alla scuola dell’infanzia costituisce l’inizio di un nuovo cammino, che vede il bambino il  più delle volte alla sua prima esperienza nel sociale, in un nuovo ambiente e in relazione con persone che non appartengono al suo contesto familiare e nel quale si attiva quindi una nuova percezione dell’IO

L’accoglienza:

  • Pone le basi per una fattiva collaborazione scuola-famiglia.
  • Facilita il processo di “separazione” dall’adulto, particolarmente delicato per i più piccoli.
  • Consolida il processo di “distanziamento”, che è condizione indispensabile e preliminare per l’avvio del processo di socializzazione.

La necessità dei bambini più piccoli di trovare anche all’interno dell’ambiente scuola un “ancoraggio” forte all’adulto, simile a quello dell’ambiente familiare, porta a una personalizzazione dell’accoglienza di ciascun bambino, prevedendo riti, tempi e spazi di attenzione individuale.

Il periodo dedicato all’accoglienza e all’inserimento non scandisce solo l’inizio dell’anno scolastico   ma costituisce l’essenza dell’esperienza educativa delle relazioni, il presupposto di tutto il cammino scolastico.

L’accoglienza per i bambini nuovi frequentanti prevede un inserimento graduale e un rapporto di fattiva collaborazione tra famiglia e scuola è fondamentale nella fase dell’inserimento dei bambini e deve porsi come abitudine costante e continuativa nel tempo.

Nella scuola dell’infanzia più che in qualsiasi grado di scuola risulta necessaria e irrinunciabile:

  • La condivisione della proposta educativa;
  • La collaborazione e cooperazione con la famiglia.

 Sono queste le condizioni essenziali per sviluppare le potenzialità di ogni bambino.

Collaborare e cooperare comporta:

  • Condividere le finalità.
  • Dividere i compiti senza creare separazione tra le due agenzie.
  • Assumersi le proprie responsabilità.

La famiglia è la sede primaria dell’educazione dei propri figli, è l’ambiente dove il bambino impara a vivere e a stare di fronte alla realtà. All’ingresso nella scuola dell’infanzia ogni bambino porta una sua storia personale che gli consente di possedere un patrimonio di conoscenze e atteggiamenti. Risulta fondamentale costruire una continuità educativa e un’alleanza con la famiglia, condividendo le finalità ed il progetto educativo e al tempo stesso, attuare e valorizzare la divisione dei compiti senza creare separazioni, ma vivendo la corresponsabilità educativa. L’ingresso dei bambini nel nostro ambiente scolastico è una grande occasione anche per prendere più chiaramente coscienza delle responsabilità genitoriali. Le famiglie sono stimolate a partecipare alla vita della scuola, condividendone finalità e contenuti, strategie educative e modalità concrete per aiutare i piccoli a crescere e imparare. Partendo dalla consapevolezza che il bambino piccolo guarda il mondo attraverso lo sguardo dei suoi genitori e nella stessa direzione, possiamo rendere i genitori partecipi dell’esperienza dei loro figli, affinché i bambini possano entrare attraverso loro, in nuove relazioni.

Durante l’anno educativo i genitori possono partecipare a numerosi momenti d’incontro:

 

1. Incontri strutturati e non in occasione delle nuove ammissioni alla Scuola per una prima conoscenza del percorso educativo-formativo ed organizzativo.

2. In avvio anno per la verifica degli ambientamenti e la presentazione delle scelte progettuali.

3. In corso d’anno per confrontarsi sulle esperienze e i momenti di crescita dei bambini.

4. In chiusura dell’anno scolastico per una verifica complessiva e finale.

5. Colloqui individuali organizzati in diversi momenti dell’anno scolastico per permettere una reciproca conoscenza e per costruire fiducia, confronto e scambio.

6. Momenti di festa in occasione di festività e ricorrenze per favorire il ritrovarsi insieme, il festeggiare e il divertirsi.

7. Incontri quotidiani come l’entrata al mattino e l’uscita al pomeriggio, organizzati in modo tale da consentire ad ogni genitore di chiedere informazioni riguardanti il proprio bambino.

8. Documentazione ovvero la raccolta ragionata di cartelloni, prodotti grafico-pittorici e materiali che visualizzano l’intero impianto pedagogico adottato.

Per la  crescita di ogni singolo bambino e per la buona riuscita del progetto educativo la nostra scuola offre e chiede collaborazione con la famiglia e promuove incontri atti a facilitare la conoscenza reciproca quali:

  • L’ISCRIZIONE DI BAMBINI E BAMBINE 3-6 ANNI           

Le iscrizioni si aprono, salvo diverse indicazioni del MIUR, a metà gennaio e chiudono a fine febbraio, tenendo indicativamente le tempistiche indicate anche per le scuole statali, pur non essendo queste date vincolanti per le nostre scuole dell’infanzia paritarie. I genitori in questa occasione possono recarsi a scuola ed avere le necessarie informazioni in un momento di scambio con la Coordinatrice e/o le Insegnanti per presentare il proprio bambino e consegnare i documenti di iscrizione compilati.

  • L’ISCRIZIONE DI BAMBINI ANTICIPATARI

Il MIUR, salvo diverse indicazioni con propria circolare sulle iscrizioni, consente, ove non vi siano Bambini in età 3-6 in lista di attesa e posti disponibili, di accogliere anche le iscrizioni di che compiano i 3 anni entro il 30 aprile dell’anno scolastico di riferimento. Un preventivo ed approfondito colloquio con la famiglia deve accertare se il bambino sia realmente “in anticipo di sviluppo” e pertanto, se tale sviluppo continuasse in maniera costante, lo stesso Bambino arriverebbe anche ad anticipare, dopo il triennio di scuola dell’infanzia, l’iscrizione alla scuola primaria. L’anticipo non può essere inteso come “una fuga” dagli ambiti educativi offerti alla 1^ infanzia .  

  • I PRIMI INCONTRI CON I GENITORI E CON I BAMBINI

I genitori e i bambini sono invitati a fine maggio dalla scuola per conoscere le insegnanti e le sezioni a cui apparterranno da settembre; ricevono utili indicazioni di buone prassi per prepararsi ed affrontare il momento di inserimento del bambino a scuola e il distacco e sono intesi come incontri di supporto alla genitorialità.

  • IL PRIMO COLLOQUIO INDIVIDUALE

 Consapevoli che ogni bambino ha una storia personale profonda e significativa, le docenti incontrano i genitori a giugno oppure entro i primi giorni di settembre per meglio conoscere nello specifico il bambino, aiutati da un questionario conoscitivo, fornito dalla scuola all’iscrizione, che i genitori portano compilato. 

  • I COLLOQUI INDIVIDUALI DURANTE L’ANNO

Oltre al primo colloquio di conoscenza del bambino, durante l’anno scolastico le docenti insieme ai genitori riflettono e si confrontano sulla crescita del bambino a scuola ed individuano attenzioni e strategie educative atte a promuovere lo sviluppo del bambino. Le docenti si mettono a disposizione per i colloqui quattro volte all’anno, a novembre (per i più piccoli, dopo l’ambientamento), a gennaio (per i bambini dell’ultimo anno) febbraio-marzo (per i bambini medi) e a giugno (quest’ultimo prevalentemente rivolto ai genitori dei bambini grandi in vista del passaggio alla scuola primaria).

I genitori hanno il diritto/dovere di partecipare alle Assemblee generali indette dalla scuola all’inizio e alla fine dell’anno scolastico.

Inoltre hanno la possibilità di farsi eleggere come rappresentanti della propria sezione e di partecipare al Consiglio di intersezione.

Inoltre i genitori possono partecipare alle varie feste e manifestazioni scolastiche collaborando cosi con le insegnanti fornendo un valido aiuto.

La nostra Scuola dell’Infanzia conferma la sua mission pedagogica a favore dell’inclusione e personalizza l’offerta formativa secondo quanto espresso dalla normativa vigente:

– Legge Quadro sull’ inclusione scolastica n°104 del 3 febbraio 1992

– Direttiva Ministeriale sui Bisogni Educativi Speciali del 12 dicembre 2012.

– Legge 170 del 2010 (DSA)

– Linee guida di integrazione scolastica del 2009

– D.L. 13 aprile 2017, n°66 – Norme per la promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità.

Ogni Bambino, con continuità o per determinati periodi, può manifestare una difficoltà evolutiva di funzionamento in ambito educativo legata a fattori fisici, biologici, fisiologici o anche psicologici, familiari, sociali, ambientali rispetto ai quali è necessario che la scuola offra un’adeguata risposta. A tal fine il nostro Collegio Docenti redige un Piano Annuale di Inclusione (PAI) che fa parte di questo stesso P.T.O.F. e della programmazione che si propone di:

– Favorire un clima di accoglienza e di inclusione

– Favorire il successo scolastico e formativo.

– Definire pratiche condivise con la famiglia.

– Promuovere qualsiasi iniziativa di comunicazione e di collaborazione tra scuola e famiglia ed Enti territoriali coinvolti.

Il 27 dicembre 2012 è stata firmata la Direttiva relativa agli “Strumenti di intervento per alunni con bisogni educativi speciali ed organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica” (B.E.S.) che precisa la strategia della scuola italiana, al fine di realizzare pienamente il diritto all’apprendimento per tutti gli alunni in situazione di difficoltà.

La scuola pone attenzione anche ai bambini con BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI (BES) certificati e, con l’utilizzo di supporti osservativi e di esperti, si costruisce il Piano Educativo individualizzato (PEI) per favorire lo sviluppo del bambino comprendendo e supportando i suoi bisogni specifici.

Particolare importanza viene data alla collaborazione con la famiglia e con gli specialisti che seguono il bambino e per questo vengono predisposte ore dedicate al lavoro di équipe tra le diverse figure coinvolte nel processo di cura, educazione e riabilitazione

La collaborazione è la condizione per interventi educativi non solo coordinati, ma proiettati oltre la scuola e il tempo scolastico.

La Direttiva estende pertanto il campo di intervento e di responsabilità di tutta la comunità educante all’intera area dei Bisogni Educativi Speciali (BES), che comprende:

 Bambini disabili (Legge 104/1992).

 Bambini con disturbi specifici di apprendimento (DSA).

Bambini con deficit del linguaggio, delle abilità non verbali, della coordinazione motoria, dell’attenzione e iperattività (ADHD) (Legge170/2010).

Svantaggio sociale e culturale.

Difficoltà derivanti dalla appartenenza a culture diverse.

In base all’ultimo D.L. n°66 del 13 aprile 2017 il Piano Annuale di Inclusione scolastica “deve riguardare tutti gli alunni e si realizza nell’identità stessa dell’istituzione scolastica, impegnandone quindi tutte le componenti, ciascuna delle quali, nell’ambito degli specifici ruoli e responsabilità, concorre ad assicurare il successo formativo degli studenti”.

L'AQUILONE

La Scuola dell’Infanzia “L’AQUILONE” è una scuola PARITARIA .

La Legge definisce “Scuole Paritarie” ( Legge 10 Marzo 2000, n. 62 “ Norme per la parità scolastica e disposizioni sul diritto allo studio e all’istruzione”) le istituzioni scolastiche non statali e degli enti locali che, a partire dalla scuola dell’infanzia, corrispondono agli ordinamenti generali dell’istruzione, sono coerenti con la domanda formativa delle famiglie e sono caratterizzate da requisiti di qualità ed efficacia fissati dalla legge medesima.

L’istituto è sito in Via Trieste snc in Bova Marina, è costituito da ampie aule utilizzate per le ordinarie attività didattiche, un cortile e ampi saloni attrezzati per effettuare giochi individuali e collettivi, aule adeguatamente fornite per far fronte alle esigenze primarie dei bambini nei due momenti più importanti della giornata: il pranzo e il riposino pomeridiano. Nella scuola dell’infanzia la strutturazione degli spazi ha una valenza fondamentale. Infatti spazi ed arredi non sono lasciati alle casualità e all’improvvisazione ma sono predisposti al fine di facilitare la naturale predisposizione dei bambini alle attività motorie. Inoltre i locali sono muniti di un sistema di riscaldamento ad aria climatizzata, usufruibile anche come sistema di refrigerazione estiva

March 2013LA, California
May 2015JP, Tokyo
Sept 2018Workshops
Jun 2022New Order
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